EPBD Direttiva Case green, obblighi ed opportunità

In data 12 marzo 2024 è stata approvata la Direttiva Europea EPDB (Energy Performance of Building Directive) e con essa, essendo la direttiva europea un atto giuridico avente carattere vincolante verso i 27 stati membri, è nata la conseguente necessità da parte dello Stato Italiano di provvedere al suo recepimento.

Obiettivo principe della direttiva è la riduzione delle emissioni di CO2 in modo progressivo con il termine del 2050 (poco più di 25 anni) come data per la totale decarbonizzazione. Tale ambizioso obiettivo passa per forza attraverso una riqualificazione energetica importante e massiva del patrimonio costruito sul territorio europeo. La Direttiva europea individua da un lato un quadro comune generale sulla metodologia da applicare per il calcolo della prestazione energetica degli edifici e dall’altra definisce i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici.

Dal punto di vista più operativo ciò si traduce in molteplici risvolti diretti per gli edifici autonomi e per i condomìni in quanto viene proibita dal 2040 l’installazione di caldaie a gas e dall’altro lato viene data massimo sostegno alle “ristrutturazioni importati”, con valori da stabilire circa la percentuale minima di superficie da isolare.

A fronte di numerosi articoli che portano ad allarmare il proprietario di immobili circa i lavori edili ai quali sembrerebbe in prima battuta dover essere obbligato a far fronte, preferisco leggere nella situazione in essere una grande possibilità sia per il singolo che per la collettività.

Infatti è evidente che il raggiungimento degli obiettivi della direttiva EPBD dovrà comportare una serie di strumenti che ne permettano l’effettiva e sostanziale realizzazione. Posto che l’attuale panorama dei bonus edilizi in Italia, culminati con il Superbonus 110% e tutto ciò che esso ha comportato, necessita di una profonda rivisitazione (anche magari con l’introduzione di un testo unico sulle detrazioni in edilizia), con gli obiettivi a medio/lungo termine posti dalla direttiva vi è la potenziale opportunità di far nascere una serie di incentivi ben ponderati.

Ai proprietari di immobili suggerisco in chiusura di procedere comunque con la verifica della conformità urbanistica e catastale dei propri stabili. Infatti oltre ad essere un obbligo spesso soprasseduto avere i propri immobili privi di abusi, è necessario regolarizzare eventuali difformità per poter procedere ad effettuare dei lavori, anche di natura imposta da terzi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *